L’atelier di Gennaro Rubinacci, detto Bebè, apre negli anni ’20 in via chiaia per trasferirsi in seguito in via Filangieri, dove si trova tuttora. Si impone subito come uno dei negozi più eleganti ed esclusivi di Napoli. A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, Rubinacci non nasceva sarto. Aveva solide tradizioni borghesi: i suoi avi, un secolo prima, commerciavano sete con l’Oriente e avevano una famosa bottega in via Medina, nei pressi del Castello Angioino.
Bebè era un raffinato esteta, appassionato di antichità classiche e antiquariato. Sapeva scegliere collaboratori di grande abilità, tra i quali emerge il giovani Vincenzo Attolini, allievo del maestro sartore De Nicola. Nei primi anni ’30, disegna quella che passerà alla storia della moda come la giacca napoletana, antesignana della giacca maschile moderna. Rubinacci è l’ispiratore di una moda maschile che, pur rifacendosi fedelmente ai dettami inglesi, risulta ammorbidita nelle linee e alleggerita nei tessuti. I suoi abiti si distinguono per la fluidità delle linee e la grande vestibilità. I capi cadono, adattandosi alle diverse fattezze senza perdere tuttavia la riconoscibilità. Il marchio Rubinacci ha conosciuto una grande diffusione a partire dagli anni ’60. Dopo i negozi di Napoli e Capri sono venuti quelli di Milano, Parigi, Londra, New York. Titolare dell’azienda è oggi Mariano Rubinacci, figlio del fondatore Gennaro.
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